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venerdì 26 aprile 2024

Vacanze spirituali

Ci sono diversi modi di trascorrere le vacanze: in maniera pagana come fanno i mondani, oppure in maniera cristiana come fanno i veri seguaci del Redentore Divino, i quali approfittano delle ferie per ritemprare lo spirito. A tal proposito ripubblico un'intervista di diversi anni fa alla prof. Chantal.



- Ti è mai capitato di ricevere delle critiche da parte dei modernisti a causa del tuo amore per la liturgia tradizionale?

- Devo dire di no, anzi! Mi dicono: "Beata te, che hai una fede così "rocciosa"! Sei disposta a sacrifici pur di frequentare la Santa Messa in Forma Straordinaria". Insospettabile, vero? Io credo che se noi cattolici tradizionalisti riusciamo a testimoniare "bene" non ci sfiorerà alcuna critica, anzi, convertiremo! Io poi, quando parlo delle mie convinzioni, non uso frasi fatte o, peggio, a vanvera, ma mi avvalgo delle citazioni dai testi pontifici o cito le profezie approvate da Santa Romana Chiesa.

- Lo Spirito Santo ci esorta a riflettere sulle realtà ultime della nostra esistenza: "Memento novissima tua et non peccabis in aeternum". Ogni tanto rifletti sulla morte e l'entrata nell'eternità?

- Certo! Ogni sera quando mi corico prego non sapendo i disegni di Dio su di me, e lo stesso la mattina seguente. Pensa che ho sempre preso talmente sul serio la caducità della vita terrena da redigere il mio primo testamento olografo il giorno seguente il mio 18esimo compleanno, nel 1977, in modo da disporre di lasciti a favore di opere di carità cattolica e per far celebrare messe in mio suffragio.

- Nel mondo tanta gente vive come se Dio non ci fosse, preferendo attaccare il cuore ai beni materiali che dovremo lasciare nel giorno della morte. Gesù disse: "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde l'anima sua?". Non pensi che oggi si parli troppo poco della morte e sul giudizio di Dio?

- Come hai ragione! Si parla tanto di "misericordia", di "perdono", ma molti tralasciano di dire che alla base di tutto occorrono PENTIMENTO E PENITENZA! Temo che molte anime vengano fuorviate da questa "gara" misericordiosa a senso unico!

- Le vacanze estive sono un periodo propizio per poter trascorrere alcuni giorni di riposo in località tranquille in cui poter ritemprare il corpo e lo spirito. Ti piacciono le "vacanze spirituali"?

- Moltissimo, infatti ne faccio spesso, sia in Italia che all'estero.

- Hai deciso dove andare in vacanza durante l’estate?

- Una settimana in luglio fra Firenze e Norcia e 15 giorni a metà agosto come sempre in Carinzia con tappe in Friuli (regioni che amo moltissimo e che non mi stanco mai di frequentare).

- Qualche volta senti il "fascino" delle località di villeggiatura mondane?

- Quando ero più giovane sì. Erano comunque vacanze "salubri" e mai trasgressive (a differenza di miei coetanei io non ho mai subito il "fascino" di certi costumi e tengo troppo alla mia salute (fisica e spirituale) per farmi contagiare da cattive "abitudini"... E poi tutti i magnifici luoghi che ho visitato mi fanno pensare all'aspetto più positivo di essi: la bellezza del creato e la grandiosità del Creatore.

- Ci sono certi "tradizionalisti" che conciliano liturgia antica e vita mondana (discoteche, film "poco edificanti", cattive compagnie, eccetera). Non ti sembra una contraddizione questo comportamento?

- Non so sinceramente come facciano, a meno che non credano in buona fede di poter convertire il prossimo frequentando tali situazioni. Anche a me piace il ballo, a volte mi trovo a feste organizzate per fini benefici in cui si balla, ma noi cristiani dobbiamo sempre agire con dignità e senza eccessi.

- So che diverse volte hai partecipato a pellegrinaggi organizzati da cattolici legati alla Messa tridentina. Perché partecipi volentieri a queste iniziative?

- Per varie ragioni… penso che tutti noi del "Populus Summorum Pontificum" (e con questa dicitura definisco tutti coloro che hanno sempre amato i riti Vetus Ordo e Ambrosiano antico, e che sono gratissimi a Papa Benedetto XVI per il Motu Proprio che sta per compiere 9 anni) dovremmo partecipare di più a tali pellegrinaggi e così avere l'occasione di conoscerci meglio e di persona e di crescere insieme nella Fede. Come sai già, dall'8 all'11 luglio andrò a Norcia al II pellegrinaggio italiano "Populus Summorum Pontificum", e non vedo l'ora! A ottobre poi, come già feci l'anno scorso insieme a "Riesina", spero di tornare a Roma al pellegrinaggio internazionale che è davvero imperdibile! Sarebbe inoltre bellissimo poterci incontrare fra noi collaboratrici del blog...

- Tempo fa, mentre trascorrevi le vacanze in una località situata tra le montagne austriache, hai approfittato del tempo libero per leggere un libro sull'Eucaristia che si intitola "Divino Amore Incarnato", scritto dal dotto e zelante Cardinale Raymond Leo Burke. Ti è piaciuto?

- Sarò sempre grata alla mia migliore amica che, quale strenna di Natale 2015 mi ha regalato due libri stupendi, scritti dai due Cardinali viventi che ammiro maggiormente: "Dio o niente" autobiografia di S. Em. Rev.ma Robert Sarah, e "Divino Amore Incarnato" di S. Em. Rev.ma Raymond Leo Burke. Ho letto il libro di quest'ultimo fra Capodanno e l'Epifania e ne sono rimasta edificata e "ammaliata"… insomma, ho iniziato bene l'anno Domini 2016! Con un linguaggio dotto ma nel contempo di facile comprensione, il Cardinale Burke ci rende coscienti dell'incommensurabile dono che NSGC ci ha dato e ci dà nell'Eucarestia... lo consiglio vivamente!

Pensiero del giorno

Per far regnare Gesù Cristo nessuna cosa è più necessaria quanto la santità del clero.


(San Pio X)

giovedì 25 aprile 2024

Enrico Cappellina, dall'ateismo alla Fede

[Brano tratto da "Satana nel mondo" di Don Giuseppe Tomaselli; imprimatur: + Francesco Tortora, Vescovo-Prelato, S. Lucia del Mela 13 - 5 - 1968].

Senza averlo richiesto mi pervenne un plico; conteneva un libro «Dall'ateismo alla Fede». L'autore è lo stesso convertito, Enrico Cappellina. Egli fa l'analisi delle varie tappe della sua conversione ed esorta chi non ha fede a riflettere sul proprio spirito, sui movimenti del cuore e su certe luci che penetrano nella mente per illuminarla e dirigerla a Dio. Il Cappellina riconosce d'avere acquistata la Fede per le preghiere altrui; difatti dice nella Dedica del libro: «Alla mia fedele compagna che, senza ch'io lo sapessi, tanto pregò per la mia conversione». Dubbiosi o negatori della Fede, dopo la lettura di questo libro hanno sentito il bisogno di rivolgersi a Dio.

Il comunismo è un'ideologia intrinsecamente perversa

Dagli scritti di Papa Pio XI.

[Il comunismo] procura di attirare le folle con vari inganni, nascondendo i propri disegni dietro idee che in sé sono buone ed attraenti. Così, vedendo il comune desiderio di pace, i capi del comunismo fingono di essere i più zelanti fautori e propagatori del movimento per la pace mondiale; ma nello stesso tempo eccitano a una lotta di classe che fa correre fiumi di sangue, e sentendo di non avere interna garanzia di pace, ricorrono ad armamenti illimitati. Così, sotto vari nomi che neppure alludono al comunismo, fondano associazioni e periodici che servono poi unicamente a far penetrare le loro idee in ambienti altrimenti a loro non facilmente accessibili; anzi procurano con perfidia di infiltrarsi in associazioni cattoliche e religiose. Così altrove, senza punto recedere dai loro perversi princìpi, invitano i cattolici a collaborare con loro sul campo così detto umanitario e caritativo, proponendo talvolta anche cose del tutto conformi allo spirito cristiano e alla dottrina della Chiesa. Altrove poi spingono l’ipocrisia fino a far credere che il comunismo in paesi di maggior fede o di maggior cultura assumerà un altro aspetto più mite, non impedirà il culto religioso e rispetterà la libertà delle coscienze. Vi sono anzi di quelli che riferendosi a certi cambiamenti introdotti recentemente nella legislazione sovietica, ne concludono che il comunismo stia per abbandonare il suo programma di lotta contro Dio.

Procurate, Venerabili Fratelli, che i fedeli non si lascino ingannare! Il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere in nessun campo la collaborazione con esso da parte di chiunque voglia salvare la civilizzazione cristiana. E se taluni indotti in errore cooperassero alla vittoria del comunismo nel loro paese, cadranno per primi come vittime del loro errore, e quanto più le regioni dove il comunismo riesce a penetrare si distinguono per l’antichità e la grandezza della loro civiltà cristiana, tanto più devastatore vi si manifesterà l’odio dei « senza Dio ».

[Brano tratto dall'Enciclica "Divini Redemptoris" del Sommo Pontefice Pio XI]

Pensiero del giorno

La persecuzione, le croci e le tribolazioni conservano il fervore dell'anima, la fiducia in Dio solo e lo spirito di preghiera.



(Pensiero di Don Dolindo Ruotolo tratto dal suo commento al Libro dell'Apocalisse) 

mercoledì 24 aprile 2024

Circa il grave dovere di educare cristianamente i bambini

Dagli scritti di Fratel Candido delle Scuole Cristiane.


È grave dovere di ogni educatore aprire la mente e il cuore dei bambini a Dio e formarli alla preghiera. Insegniamo loro ad ammirarlo anche nella natura. Mostriamo come si parla con Dio nelle gioie e nei dolori, nella riconoscenza e nella richiesta di aiuto. Ci sentano manifestare al Signore il nostro nulla, la nostra debolezza, ma anche la nostra lode alla sua grandezza e la nostra fiducia in Lui.

Quando portiamo il bambino in Chiesa, indichiamogli il Tabernacolo dove si trova Gesù. Sentendo come noi parliamo ai Signore, imparerà anche lui il linguaggio della fede e dell'amore.


GENITORI... EDUCATORI...

... il Signore vi ha consegnato i bambini perché glieli teniate un momento, li conserviate per Lui, e glieli rendiate a suo tempo... proprio come fareste voi genitori se affidaste a una baby-sitter i vostri figli. Se vi accorgeste che questa distoglie i bambini dall'amore verso di voi non glieli affidereste più. Mamme, papà, educatori, cercate che Dio trovi in voi quella corrispondenza che vuole da voi come custodi dei suoi figli prediletti!

Nell'Antico Testamento i genitori offrivano a Dio nel tempio i loro primogeniti e, per riaverli, li riscattavano con un'offerta. Ogni bambino è prima di tutto di Dio, e il Signore vuole che il papà e la mamma glielo offrano. Ricordatevi che è da Dio che avete ricevuto i vostri figli: ve li ha affidati perché, con un'opera intelligente, attenta e generosa di educazione alla fede e all'amore, li prepariate come fiori destinati ad abbellire il suo giardino eterno: il paradiso.

Pregate per i vostri bambini prima ancora che sboccino alla vita e poi accompagnateli sempre con la vostra preghiera.

Le grazie che potete attirare su di loro con le vostre preghiere sono il più bel patrimonio che potete lasciare ad essi in eredità, per la vita terrena e per la vita eterna.

Tra le prime parole da far pronunciare al bambino ci siano i santi nomi di Gesù e di Maria.

Nel Battesimo Dio ha dato al bambino la sua stessa vita e la tendenza al soprannaturale. Da quel giorno Dio lo attira a sé, vuole per sé quel piccolo cuore; ma è necessario che noi aiutiamo e guidiamo il bambino ad andare al Signore.

Come il bambino non può imparare le normali cose della vita se non c'è chi lo aiuti, così nella vita dell'anima non saprà mai come fare a mettersi in contatto col Signore se i suoi educatori (soprattutto voi genitori) non formano quella "istintiva" capacità che ha, grazie al Battesimo, di tendere a Dio e di comunicare con Lui. Dio vuole che facciamo tutto il possibile per portare a Lui queste sue creature predilette. Non deludiamo il Signore e non danneggiamo il bambino con la nostra indifferenza o superficialità.

Fioriranno allora attorno a noi dei bambini che ci stupiranno per la precocità in ogni virtù e ci sarà facile, e bello, e utile guardare a loro come ai nostri migliori maestri di sensibilità e di innocenza.

Questi bambini, aiutati a prendere coscienza della dimensione soprannaturale della vita, crescendo in età, non saranno solo degli esperti operatori nelle cose terrene, ma in ogni situazione faranno risaltare la loro profonda identità di figli di Dio nella generosa offerta di se stessi.




[Brano tratto da "Lasciate che i fanciulli vengano a Me", di Fratel Candido delle Scuole Cristiane, titolo originale: "Formiamo il bimbo al soprannaturale", "L.I.C.E."]

Pensiero del giorno

Purtroppo, di fronte al Comunismo trovasi un Cristianesimo in gran parte svuotato del suo contenuto – Parlo delle masse, e non degli individui -. Il rito e la coreografia hanno il predominio sulla dottrina e sulla vita evangelica. Bisogna anzitutto riportare il Clero allo spirito evangelico, indi la Parrocchia, la Diocesi e la Chiesa, in quanto massa. Sono necessari i Santi. Solo essi comprendono tali problemi e li sentono. Gli altri no.


(Cardinale Ildefonso Schuster)

martedì 23 aprile 2024

Credo in unum Deum

Brano tratto da "Ripariamo!", di Padre Giuseppe M. Petazzi S.J., edizioni "Santa Lega Eucaristica", Milano, 1933.


Credo in unum Deum

Stupendo è questo grido che da una parte all’altra della terra, in tutte le ore del giorno e della notte, su tutti gli altari del mondo, si eleva a Te, o mio Dio, dalla Santa Chiesa Cattolica. Con questo grido io mi metto in comunione con tutti i Santi che mi hanno preceduto su questa terra ed ora godono la svelata visione di quello stesso che come me un giorno hanno creduto. Mi metto in comunione coi primi Apostoli: che gioia! La mia fede è la loro: attraverso il mutarsi di tutte le cose umane, questa sola è rimasta immutabile: prova stupenda della verità divina: Veritas Domini manet in aeternum. Credo, mio Dio, tutto ciò che Tu hai detto, e la tua Chiesa mi insegna: lo credo con certezza incomparabilmente maggiore che se lo vedessi coi miei stessi occhi: anzi per spiegare la mia fede fino alla massima intensità, io mi ripeterò ciò che sul letto di morte, davanti al tuo adorabile Sacramento, disse l’Angelico Dottore San Tommaso: «Se quaggiù ci fosse una certezza maggiore di quella della fede, con tale certezza io vorrei affermare la verità della tua presenza nel Sacramento» ed in generale ogni altra verità che forma l’oggetto della mia fede. Ed un nuovo argomento della mia fede io lo trovo qui proprio davanti a questo altissimo Mistero dell’Eucarestia: perché questo è il Mistero dell’amore per eccellenza: questo Mistero mi dice che Tu hai amato ed ami gli uomini con amore infinito, perché solo un amore infinito lo poteva suggerire: no, nessun amore creato, fosse pure quello di un Serafino, non l’avrebbe potuto pensare: per ideare l’Eucarestia ci volle un Cuore che fosse Cuore di un Dio (...). Qui dunque su questo Altare Tu mi doni, o Signore, la prova più splendida di tutti gli articoli della mia fede: perché Tu mi dimostri l’Amore infinito che tutti li spiega. Et nos credidimus charitati quam habet Deus in nobis. Io credo che Tu, o Verbo del Padre, Luce di Luce, Dio vero di Dio vero, sei sceso nel seno di una Vergine per opera dello Spirito d’amore; e con la Chiesa cadendo in ginocchio, adoro l’Amore. Credo alla tua vita umiliata, dolorosa, chiusa da due termini che sembrano i più ripugnanti alla maestà di un Dio, una stalla e una croce; credo con una fede che è per me una necessità dal momento che credo al tuo Amore. Credo alla tua Risurrezione ed Ascensione gloriosa; al tuo Regno del cielo e della terra, regno di gloria e di trionfo lassù, regno di lotta incessante nella tua Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica, quaggiù: regno egualmente invincibile da tutte le porte dell’inferno: perché credo al tuo amore infinito. Credo alle sorti beate che sono riserbate ai tuoi Santi: credo ed aspetto con fiducia serena ed incrollabile, perché ho veduto fin dove è giunto il tuo amore: sì! L’amore che ti ha mosso a perpetuare la tua vita ed il tuo sacrificio qui sulla terra, non può essere che l’amore di un Dio: dunque Tu sei veramente l’Unigenito del Padre: anch’io col Discepolo fortunato che ha posato il capo sul tuo Cuore amatissimo nella sera dell’amore, anch’io posso dire: «Ho veduto la tua gloria, perché la tua gloria è chiara luce del tuo amore infinito». Questa gloria, questo trionfo d’amore, non può essere che dell’Unigenito del Padre: Et vidimus gloriam Eius, gloriam quasi Unigeniti a Patre, plenum gratiae et veritatis. Deh, questo mio grido di fede, grido che vorrei far risonare per tutto il mondo, valga a riparare l’incredulità al tuo amore: valga a riparare le voci di tutti gli eretici, che tutti sono increduli, tutti protestanti contro l’Amore. 




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Pensiero del giorno

L'ideologia comunista, oggi dappertutto diffusa, facilmente inganna l'animo semplice e incolto del popolo.


[Pensiero tratto dalla Lettera Enciclica "Evangelii Praecones" del Sommo Pontefice Pio XII].

lunedì 22 aprile 2024

La vedova del suicida

Brano tratto da "Il Curato d'Ars" del Canonico Francesco Trochu, casa editrice Marietti.


Un giorno del 1855 o del 1856 faceva visita ad Ars l'abate Guillaumet, che fu per lunghi anni Superiore dell'Immacolata Concezione a Saint-Dizier nell'Alta Marna. Una povera donna in lutto, che durante il viaggio era sempre stata seduta vicino a lui, ascoltando in silenzio i discorsi di meraviglia su Ars ed il suo Curato, gli rivolse per la prima volta la parola quando giunsero alla stazione di Villefranche: - Signore, mi permettete di seguirvi fino ad Ars? Vengo là come andrei in un luogo qualsiasi: viaggio perché ho bisogno di distrarmi. L'abate Guillaumet fu presto d'accordo ed accettò anche di farle da guida nel villaggio sospirato. Preso posto nella medesima vettura, continuarono il viaggio fino ad Ars, ove giunsero quando il Curato Vianney finiva il catechismo delle undici. Stavano fra la chiesa e la canonica, quando videro l'abate Vianney, che ancora indossava la cotta, avanzarsi fra la folla e dirigersi verso questa povera donna che in quel momento, per seguire l'esempio dei pellegrini, si era inginocchiata. Il Santo, chinatosi al suo orecchio, disse: «Egli è salvo». La sconosciuta ebbe un sussulto e l'abate Vianney ripeté: «Egli è salvo». La risposta a queste parole fu un gesto di incredulità da parte della donna straniera. Allora il Santo, scandendo ogni parola, aggiunse: «Vi dico che egli è salvo, si trova in purgatorio e si deve pregare per lui: tra il parapetto del ponte e l'acqua ha avuto il tempo di fare un atto di contrizione. È la Santa Vergine che gli ottenne questa grazia: ricordate le devozioni del mese di maggio nella vostra camera. Qualche volta il vostro sposo, quantunque irreligioso, si è unito alla vostra orazione, e questo gli ha meritato il perdono». L'abate Guillaumet non comprese nulla di queste parole, e solo il giorno seguente seppe della meravigliosa luce che aveva illuminato il servo di Dio. Quella persona passò la notte in preghiera e ne uscì colla fisionomia trasformata, simbolo della pace, di cui era ripiena la sua anima. Prima di partire, come era naturale, ringraziò l'abate Guillaumet a cui disse: «I medici mi consigliarono di viaggiare per distrarmi dell'atroce disperazione che seguì nel mio animo alla tragica morte di mio marito, che era incredulo e che io speravo di poter condurre alla Fede; disgraziatamente egli annegò con un suicidio volontario. Non potevo rassegnarmi al pensiero che fosse dannato e che non lo potessi più vedere ... Ebbene voi avete sentito la parola di conforto che mi è stata detta: Egli è salvo, quindi lo rivedrò in Cielo. [...]».

Non dobbiamo temere di comparire stolti in faccia al mondo

Brano tratto da "Il pastorello delle Alpi", di San Giovanni Bosco.


[...] o amato lettore [...] vorrei che facessimo insieme una conclusione, che tornasse a mio e a tuo vantaggio. È certo che o più presto o più tardi la morte verrà per ambedue e forse l'abbiamo più vicina di quel che ci possiamo immaginare. È parimente certo che se non facciamo opere buone nel corso della vita, non potremo raccoglierne il frutto in punto di morte, né aspettarci da Dio alcuna ricompensa. Ora dandoci la divina Provvidenza qualche tempo a prepararci per quell'ultimo momento, occupiamolo ed occupiamolo in opere buone, e sta' sicuro che ne raccoglieremo a suo tempo il frutto meritato. Non mancherà, è vero, chi si prenda giuoco di noi, perché non ci mostriamo spregiudicati in fatto di religione. Non badiamo a chi parla così. Egli inganna e tradisce se stesso e chi lo ascolta. Se vogliamo comparire sapienti innanzi a Dio, non dobbiamo temere di comparire stolti in faccia al mondo, perché Gesù Cristo ci assicura che la sapienza del mondo è stoltezza presso Dio". La sola pratica costante della religione può renderci felici nel tempo è nell'eternità. Chi non lavora d'estate non ha diritto di godere in tempo d'inverno, e chi non pratica la virtù nella vita, non può aspettarsene alcun premio dopo morte.

Animo, o cristiano lettore, animo a fare opere buone mentre siamo in tempo; i patimenti sono brevi, e ciò che si gode dura in eterno". Io invocherò le divine benedizioni sopra di te, e tu prega anche il Signore Iddio che usi misericordia all'anima mia, affinché dopo aver parlato della virtù, del modo di praticarla e della grande ricompensa che Dio alla medesima tien preparata nell'altra vita non mi accada la terribile disgrazia di trascurarla con danno irreparabile della mia salvezza.

Il Signore aiuti te, aiuti me a perseverare nell'osservanza dei suoi precetti nei giorni della vita, perché possiamo poi un giorno andare a godere in cielo quel gran bene, quel sommo bene pei secoli dei secoli. Così sia.

Pensiero del giorno

Non sono da lodare i piagnistei dei pessimisti.


(San Luigi Guanella)

domenica 21 aprile 2024

Elogio delle famiglie numerose

Leggere il Magistero perenne della Chiesa fa bene all'anima, perché ci si sente confermati nella fede. A tal proposito ripubblico il discorso del grande Papa Pio XII ai dirigenti e rappresentanti delle associazioni delle famiglie numerose, pronunciato nella Città del Vaticano il 20 gennaio 1958.


Tra le visite più gradite al Nostro cuore annoveriamo questa vostra, diletti figli e figlie, Dirigenti e Rappresentanti le Associazioni tra le Famiglie Numerose di Roma e d'Italia. Vi è infatti nota la viva sollecitudine che Noi nutriamo verso la famiglia, di cui non trascuriamo occasione per illustrare la dignità nei suoi molteplici aspetti, per affermare e difendere i diritti, inculcare i doveri, in una parola, farne un caposaldo del Nostro pastorale insegnamento.  [...]

Ma voi non rappresentate solamente la famiglia, bensì siete e rappresentate le famiglie numerose, vale a dire, le più benedette da Dio, dalla Chiesa predilette e stimate quali preziosissimi tesori. Da queste infatti ella riceve più manifestamente una triplice testimonianza, che, mentre conferma dinanzi agli occhi del mondo la verità della sua dottrina e la rettitudine della sua pratica, ridonda, in virtù dell'esempio, a grande vantaggio di tutte le altre famiglie e della stessa civile società. Ove, infatti, si incontrino con frequenza, le famiglie numerose attestano : la sanità fisica e morale del popolo cristiano — la fede viva in Dio e la fiducia nella sua Provvidenza — la santità feconda e lieta del matrimonio cattolico. Tra le aberrazioni più dannose della moderna società paganeggiante deve contarsi l'opinione di taluni che ardiscono definire la fecondità dei matrimoni una « malattia sociale », da cui le nazioni che ne sono colpite dovrebbero sforzarsi di guarire con ogni mezzo. Di qui la propaganda del cosiddetto « controllo razionale delle nascite », promossa da persone e da enti, talvolta autorevoli per altri titoli, ma, in questo, pur troppo riprovevoli. Se però è doloroso di rilevare la diffusione di tali dottrine e pratiche, anche nelle classi tradizionalmente sane, è tuttavia confortante di notare nella vostra patria i sintomi ed i fatti di una sana reazione, in campo sia giuridico che medico. 

Come è noto, la vigente Costituzione della Repubblica Italiana, per non citare che questa sola fonte, accorda, nell'articolo 31, un « particolare riguardo alle famiglie numerose », mentre la dottrina più corrente dei medici italiani si schiera sempre più in disfavore delle pratiche limitative delle nascite. Non pertanto deve stimarsi cessato il pericolo e distrutti i pregiudizi, che tendono ad asservire il matrimonio e le sue sapienti norme ai colpevoli egoismi individuali e sociali. È da deplorarsi in particolare quella stampa, che di tanto in tanto ritorna sull'argomento col manifesto intento di confondere le idee del buon popolo e trarlo in errore con fallaci documentazioni, con discutibili inchieste e perfino con dichiarazioni falsate di questo o quell'ecclesiastico. Da parte cattolica occorre insistere per diffondere la persuasione, fondata sulla verità, che la sanità fisica e morale della famiglia e della società si tutela soltanto con obbedire generosamente alle leggi della natura, ossia del Creatore, ed innanzi tutto nutrendo verso di esse un sacro ed interiore rispetto. Tutto in questa materia dipende dalla intenzione. Si potranno moltiplicare le leggi ed aggravare le pene, dimostrare con prove irrefutabili la stoltezza delle teorie limitative e i danni che dalla loro pratica derivano; ma se manca il sincero proposito di lasciare al Creatore compiere liberamente la sua opera, l'egoismo umano saprà sempre trovare nuovi sofismi ed espedienti per far tacere, se possibile, la coscienza e perpetuare gli abusi. Ora il valore della testimonianza dei genitori di famiglie numerose non solo consiste nel rigettare senza ambagi e con la forza dei fatti ogni compromesso intenzionale tra la legge di Dio e l'egoismo dell'uomo, ma nella prontezza ad accettare con gioia e riconoscenza gli inestimabili doni di Dio, che sono i figli, e nel numero che a lui piace. Tale disposizione di animo, mentre libera gli sposi da intollerabili incubi e rimorsi, pone, a giudizio di autorevoli medici, le premesse psichiche più favorevoli per un sano sviluppo dei frutti propri del matrimonio, evitando nell'origine stessa delle nuove vite quei turbamenti ed angosce, che si tramutano in tare fisiche e psichiche sia nella madre che nella prole. A prescindere infatti dai casi eccezionali, sui quali avemmo altre volte occasione di parlare, la legge della natura è essenzialmente armonia, e quindi non crea dissidi e contraddizioni, se non nella misura in cui il suo corso viene turbato da circostanze per lo più anormali o dalla contrastante volontà umana. Non vi è eugenetica che sappia far meglio della natura, ed è buona solo quella che ne rispetta le leggi, dopo averle profondamente conosciute, sebbene in alcuni casi di soggetti tarati sia consigliabile di dissuaderli dal contrarre matrimonio. Del resto, sempre e dappertutto il buon senso popolare ha ravvisato nelle famiglie numerose il segno, la prova e la fonte di sanità fisica, mentre la storia non erra quando addita nella manomissione delle leggi del matrimonio e della procreazione la causa prima della decadenza dei popoli. 

Le famiglie numerose, lungi dall'essere la « malattia sociale », sono la garanzia della sanità di un popolo, fisica e morale. Nei focolari, dove è sempre una culla che vagisce, fioriscono spontaneamente le virtù, mentre esula il vizio, quasi scacciato dalla fanciullezza, che ivi si rinnova come soffio fresco e risanatore di primavera. Prendano dunque esempio da voi i pusillanimi e gl'ingenerosi; a voi conservi la patria gratitudine e predilezione per tanti sacrifici, che abbracciate nell'allevare ed educare i suoi cittadini; come vi è grata la Chiesa, che può per mezzo vostro ed insieme con voi presentare all'azione santificatrice del divino Spirito schiere sempre più sane e folte di anime. 

2. [...] Soltanto la luce divina ed eterna del cristianesimo illumina e vivifica la famiglia, in tal modo che, sia nell'origine sia nello sviluppo, la famiglia numerosa è spesso presa come sinonimo di famiglia cristiana. Il rispetto delle leggi divine le ha dato l'esuberanza della vita; la fede in Dio fornisce ai genitori il vigore necessario per affrontare i sacrifici e le rinunzie che esige l'allevamento della prole; i principi cristiani guidano e agevolano l'ardua opera di educazione; lo spirito cristiano dell'amore veglia sull'ordine e sulla tranquillità, mentre dispensa, quasi enucleandole dalla natura, le intime gioie familiari, comuni ai genitori, ai figli, ai fratelli. Anche esteriormente una famiglia numerosa ben ordinata è quasi un visibile santuario: il sacramento del Battesimo non è per essa un avvenimento eccezionale, ma rinnova più volte la letizia e la grazia del Signore. Non è ancora terminata la serie dei festosi pellegrinaggi al fonte battesimale, che comincia quella, sfavillante di pari candore, delle Cresime e delle prime Comunioni. Il più piccino dei fratelli ha appena deposto il vestitino bianco tra i più cari ricordi della vita, ed ecco fiorire il primo velo nuziale, che raccoglie ai piedi dell'altare genitori, figli e nuovi parenti. Seguiranno, come rinnovate primavere, altri matrimoni, altri battesimi, altre prime Comunioni, perpetuando, per così dire, nella casa le visite di Dio e della sua grazia. 

Ma Dio visita altresì le famiglie numerose con la sua Provvidenza, alla quale i genitori, specialmente poveri, danno aperta testimonianza, riponendo in lei ogni loro fiducia, quando non bastasse la umana industria. Fiducia ben fondata e non vana! 

Provvidenza - per esprimerCi con concetti e parole umane - non è propriamente l'insieme di atti eccezionali della divina clemenza; ma il risultato ordinario dell'azione armoniosa della infinita sapienza, bontà e onnipotenza del Creatore. Dio non nega i mezzi di vivere a chi chiama alla vita. [...] Se singoli episodi piccoli e grandi, talora sembrano provare il contrario, è segno che qualche impedimento è stato opposto dall'uomo alla esecuzione dell'ordine divino, oppure, in casi eccezionali, prevalgono superiori disegni di bontà; ma la Provvidenza è una realtà, una necessità di Dio Creatore. Senza dubbio, non dalla disarmonia od inerzia della Provvidenza, bensì dal disordine dell'uomo — particolare dall'egoismo e dall'avarizia — è sorto e si mantiene ancora insoluto il cosiddetto problema della sovrappopolazione della terra, in parte realmente esistente, in parte irragionevolmente temuto come imminente catastrofe dalla moderna società. Con il progresso della tecnica, con la facilità dei trasporti, con le nuove fonti di energia, di cui si è appena cominciato a raccogliere i frutti, la terra può promettere prosperità a tutti coloro che ospiterà, ancora per molto tempo. 

[...] La sovrappopolazione non è dunque una valida ragione per diffondere le illecite pratiche del controllo delle nascite, bensì il pretesto per legittimare l'avarizia e l'egoismo, sia di quelle nazioni che temono dalla espansione delle altre un pericolo alla propria egemonia politica e l'abbassamento del tenore di vita, sia degli individui, specialmente dei più forniti di mezzi di fortuna, che preferiscono il più largo godimento dei beni terreni al vanto ed al merito di suscitare nuove vite. Si giunge in tal modo ad infrangere le leggi certe del Creatore col pretesto di correggere gli immaginari errori della di lui Provvidenza. Sarebbe invece più ragionevole ed utile che la società moderna si applicasse più risolutamente e universalmente a correggere la propria condotta, rimuovendo le cause della fame nelle « zone depresse » o sovrappopolate, mediante un più attivo uso a scopi di pace delle moderne scoperte, una più aperta politica di collaborazione e di scambio, una più lungimirante e meno nazionalistica economia; soprattutto reagendo alle suggestioni dell'egoismo con la carità, dell'avarizia con applicazione più concreta della giustizia. Dio non chiederà conto agli uomini del generale destino della umanità, che è di sua spettanza; ma dei singoli atti da loro voluti in conformità o in dispregio dei dettami della coscienza. 

Quanto a voi, genitori e figli di famiglie numerose, continuate a prestare con serena fermezza la vostra testimonianza di fiducia nella divina Provvidenza, certi che ella non mancherà di ricambiarla con la testimonianza della sua quotidiana assistenza, e, se fosse necessario, con straordinari interventi, dei quali molti di voi hanno felice esperienza. 

3. Ed ora qualche considerazione sulla terza testimonianza, atta a rinfrancare i pavidi e ad accrescere in voi il conforto. Le famiglie numerose sono le aiuole più splendide del giardino della Chiesa, nelle quali, come su terreno favorevole, fiorisce la letizia e matura la santità. Ogni nucleo familiare, anche il più ristretto, è nelle intenzioni di Dio un'oasi di spirituale serenità. Ma vi è una profonda differenza: dove il numero dei figli non supera di molto il singolare, là quell'intimo sereno, che ha valore di vita, porta in sé un qualcosa di melanconico e di smorto; è di più breve durata, forse più incerto, spesso offuscato da timori e da segreti rimorsi. Diversa è, invece, la serenità di spirito nei genitori circondati da una rigogliosa fioritura di giovani vite. Il gaudio, frutto della sovrabbondante benedizione di Dio, irrompe con mille espressioni, con stabile e sicura perennità. Sulla fronte di questi padri e madri, benché gravata da pensieri, non vi è traccia di quell'ombra interiore, rivelatrice di ansie di coscienza o del timore di un irreparabile ritorno alla solitudine. La loro giovinezza non sembra mai appassire, finché perdura nella casa il profumo delle culle, finché le pareti domestiche riecheggiano delle voci argentine dei figli e dei nipoti. Le fatiche moltiplicate e i sacrifici raddoppiati, le rinunzie a costosi svaghi, sono largamente compensati, anche quaggiù, dalla copia inesauribile di affetti e di dolci speranze, che assediano i loro cuori, senza tuttavia opprimerli nè stancarli. E le speranze diventano presto realtà dal momento che la più grandicella delle figliuole comincia a prestare alla madre la sua opera nell'accudire l'ultimo nato; il giorno in cui il primogenito rientra per la prima volta, raggiante, col suo primo guadagno. Quel giorno sarà benedetto in modo particolare dai genitori, che ormai vedono scongiurato lo spettro di una possibile squallida vecchiaia e assicurato il compenso ai loro sacrifici. I numerosi fratelli, alla loro volta, ignorano il tedio della solitudine ed il disagio dell'essere costretti a vivere tra i più grandi. È vero che la loro numerosa compagnia può trasformarsi talora in fastidiosa vivacità, e i loro dissensi in passeggere tempeste; tuttavia, quando queste sono superficiali e di breve durata, concorrono efficacemente alla formazione del carattere. I fanciulli delle famiglie numerose si educano quasi da sé alla vigilanza ed alla responsabilità dei loro atti, al mutuo rispetto ed aiuto, all'apertura di animo e alla generosità. La famiglia è per essi il piccolo mondo di prova, prima che si affronti quello esterno, più arduo ed impegnativo. 

Tutti questi beni e pregi assumono maggiore consistenza, intensità e fecondità, allorché la famiglia numerosa pone a proprio fondamento e norma lo spirito soprannaturale del Vangelo, che tutto trasumana ed eterna. In questi casi, agli ordinari doni di provvidenza, di letizia, di pace, Iddio aggiunge spesso, come l'esperienza dimostra, le chiamate di predilezione, vale a dire, le vocazioni al sacerdozio, alla perfezione religiosa e alla stessa santità. Più volte, e non a torto, si è voluto mettere in risalto la prerogativa delle famiglie numerose nell'essere culle di santi; si citano, tra tante, quella di S. Luigi Re di Francia composta da dieci figli, di S. Caterina da Siena da venticinque, di S. Roberto Bellarmino da dodici, di S. Pio X da dieci. Ogni vocazione è un segreto della Provvidenza; ma, per quanto concerne i genitori, da questi fatti si può concludere che il numero dei figli non impedisce la loro egregia e perfetta educazione; che il numero, in questa materia, non torna a discapito della qualità, sia in rapporto ai valori fisici che a quelli spirituali. 

Una parola finalmente a voi, Dirigenti e Rappresentanti le Associazioni tra le Famiglie Numerose in Roma e in Italia. Abbiate cura d'imprimere un dinamismo sempre più vigile e fattivo all'azione che vi proponete di svolgere a vantaggio della dignità delle famiglie numerose e della loro protezione economica. Per il primo scopo conformatevi ai dettami della Chiesa; per il secondo occorre scuotere dal letargo quella parte della società non ancora aperta ai doveri sociali. La Provvidenza è una verità ed una realtà divina, che, però, si compiace di avvalersi della umana collaborazione. D'ordinario essa si muove ed accorre, se chiamata e quasi condotta con mano dall'uomo; ama nascondersi dietro l'umana operosità. Se è giusto riconoscere alla legislazione italiana il vanto delle posizioni più progredite sul terreno della tutela delle famiglie, particolarmente di quelle numerose, non bisogna nascondersi che ne esistono tuttora non poche, le quali si dibattono, senza loro colpa, tra disagi e stenti. Ebbene, la vostra azione deve proporsi di far giungere anche a queste la tutela delle leggi, e, nei casi urgenti, quella della carità. Ogni risultato positivo ottenuto in questo campo è come una solida pietra posta nell'edificio della patria e della Chiesa: è quanto di meglio si possa fare come cattolici e come cittadini. 

Invocando la divina protezione sopra le vostre famiglie e sopra quelle di tutta l'Italia, ponendole ancora una volta sotto l'egida celeste della Sacra Famiglia di Gesù, di Maria e di Giuseppe, v'impartiamo di gran cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione. 

Pensiero del giorno

La Madonna ci vuole troppo bene.


(Don Bosco)

sabato 20 aprile 2024

Circa lo zelo amaro

Tempo fa un gentile lettore del blog mi ha confidato la sua opinione circa lo "zelo amaro". Se qualcuno dovesse risentirsi per questo post, dimostrerebbe di avere la coda di paglia. Infatti, se una persona sa di non aver commesso nulla di male, non dovrebbe sentirsi chiamata in causa.


Gentile Cordialiter,
                                     purtroppo sono di corsa, ma volevo esprimerle la mia piena condivisione del suo punto di vista.

Non c'è niente che danneggi la causa della Tradizione, in particolare del rito tridentino, come la continua polemica, le parole sempre aspre, il giudizio pronto verso le persone [...]. Nessuno di quelli che hanno veramente servito la Chiesa nella sana Tradizione ha operato così: erano duri contro l'errore ma non arcigni e superbi nei confronti delle persone. Mi rendo conto che non è facile operare santamente e fecondamente la carità (eppure è il modo migliore di avvicinare alla Verità), ma si potrebbero almeno limare i termini, evitare di soffiare sempre sul fuoco e di lanciare accuse prima di averne le prove. Se tutte le critiche verso il prossimo si trasformassero in preghiere, senza dubbio servirebbe di più. E questa non è una pia illusione: è la nostra fede, se non la vogliamo limitare a dottrina e aspetti esteriori, che pure sono necessari. […] 

Concludo ringraziando per le notizie che lei riporta sul suo blog e per l'assenza di durezza verso le persone, pur nella schietta opposizione alle mode moderniste. Grazie, preghiamo uniti spiritualmente per la Chiesa e il sollecito trionfo della nostra Madre Corredentrice.

(Lettera firmata)


Carissimo in Cristo, 
                                        dammi pure del tu, lo preferisco.

Sono contento che anche altre persone la pensino come me al riguardo dei danni causati dallo zelo amaro. Ho l'impressione che a volte alcuni di noi del “movimento tradizionale” si lascino prendere da una sorta di pessimismo cronico che li induce a parlare principalmente delle cose negative che vengono commesse da certi personaggi. Con questo modo di fare si rischia di seminare scoraggiamento, sconforto e disfattismo. Questi che stiamo vivendo sono anni drammatici per la vita ecclesiale. Per vincere la buona battaglia c'è bisogno di maggiore entusiasmo. Basta con la petulanza, il pessimismo e il disfattismo! Non bisogna parlare solo di cose negative, è necessario elogiare pubblicamente tutte le cose buone che fanno i cristiani zelanti del bene delle anime. Pubblicizzando il bene che viene compiuto, i buoni fedeli vengono rincuorati, e si crea un contagioso clima di emulazione e di entusiasmo.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae.

Cordialiter