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sabato 5 aprile 2025
Comunione sacramentale

Pensiero del giorno
(Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa)
venerdì 4 aprile 2025
Dobbiamo restare fedeli al Magistero perenne della Chiesa
Buonasera,
non conosco il suo nome, ma sono capitato sul suo blog oggi mentre ero in una sala d'attesa. Ho letto alcuni dei suoi post sul blog e anche su telegram. Mi ritrovo molto in quello che scrive, nell'idea di Chiesa e di fede cristiana che professa e difende. Si tratta della fede e della Chiesa cattolica né più né meno, ma nella confusione di oggi, trovare una voce che le esprima con tanta sincerità e verità è molto raro e difficile a trovarsi. La maggioranza dei cattolici è contaminata dal veleno del modernismo, come lei ben scrive. [...]
La saluto cordialmente nei cuori di Gesù e Maria.
(Lettera firmata)
Caro fratello in Cristo,
la ringrazio per le gentili parole di apprezzamento che ha voluto rivolgere al mio blog e al mio canale telegram. Sì, in effetti ci tengo molto a restare cattolico per tutta la vita fino all'ultimo respiro. Per ottenere questo risultato, senza sbandare da un punto di vista dottrinale, è necessario restare fedeli agli insegnamenti del Magistero perenne della Chiesa, custodendo con cura tutto ciò che è stato creduto ovunque, da sempre e da tutti ("Quod ubique, quod semper, quod ab omnibus", per usare le parole di San Vincenzo di Lérins).
La saluto nei Cuori di Gesù e Maria.
Cordialiter
Consigli di Don Bosco ai confessori
Accogliete con amorevolezza ogni sorta di penitenti, ma specialmente i giovanetti. Aiutateli ad esporre le cose di loro coscienza; insistete che vengano con frequenza a confessarsi. È questo il mezzo più sicuro per tenerli lontani dal peccato. Usate ogni vostra industria, affinchè mettano in pratica gli avvisi che loro suggerite per impedire le ricadute. Correggeteli con bontà, ma non sgridateli mai; se voi li sgridate, essi non vengono più a trovarvi, oppure tacciono quello per cui avete loro fatto aspro rimprovero.
[…]
Quando si è richiesti ad ascoltare le confessioni, a ciascuno si presenti con animo ilare, e non si usi mai sgarbatezza, nè mai si dimostri impazienza. I fanciulli si prendano con modi dolci e con grande affabilità. Non mai si strapazzino, nè si facciano le meraviglie per l'ignoranza o per le cose deposte in confessione. Qualora si vedesse necessità in qualcuno di essere istruito, esso sia invitato in tempo e luogo adattato, ma a parte. Le cose che ordinariamente mancano nelle confessioni dei fanciulli sono il dolore dei peccati ed il proponimento. Quando manca l'una o l'altra di queste qualità causa l'ignoranza, si consigli il fanciullo ad istruirsi frequentando il catechismo o studiando la dottrina stampata, se egli è capace di leggere e comprendere quel che legge.
Pensiero del giorno
(Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa)
giovedì 3 aprile 2025
La devozione verso le anime del purgatorio fa praticare la virtù con grande perfezione
Pensiero del giorno
mercoledì 2 aprile 2025
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Dell'amore del Figliuolo di Dio nell'aver voluto morire per noi
Qual fedele potrebbe vivere senza amare Gesù Cristo, se meditasse spesso la sua Passione? Le piaghe del Redentore, sono tutte piaghe d'amore, sono dardi e fiamme che feriscono i cuori più duri ed accendono le anime più gelide. Ah! se tutti gli uomini pensassero all'amore che il Salvatore ci ha dimostrato nella sua morte, chi mai potrebbe non amarlo?
Gesù con la sua morte non ha finito di amarci, egli ci ama e ci va cercando con lo stesso amore con cui venne dal cielo a morire per noi. Oh con quale amore il Redentore va incontro a quell'anima che lo cerca, ma che lo cerca con vero amore! Ma possono pensare di aver questo amore coloro che ricusano le croci che sono inviate loro dal Signore? Si lamentava un giorno S. Pietro martire, stando in carcere per un'accusa ingiusta e diceva: «Ma Signore, che ho fatto di male per patire questa persecuzione?» gli rispose il crocifisso: «Ed io che male ho fatto, che ho dovuto stare su questa croce?»
O mio caro Salvatore, voi ci avete tanto amato e per amor nostro avete voluto tanto patire. E noi, che per i nostri peccati meritavamo l'inferno, rifiuteremo di patire quello che voi volete per nostro bene? Gesù mio, donatemi il vostro amore e poi trattatemi come vi piace. Abbraccio tutte le croci che mi manderete, liberatemi solo dal male del peccato. Tutto quello che soffrirò per amor vostro sarà poco a confronto dei mali che voi avete sofferto per amor mio. E dopo un tanto infinito amore verso gli uomini, vi potrà essere uomo che non ami questo Dio così amante? Ma ohimè, la maggior parte degli uomini vivono dediti ai peccati e non a Gesù Cristo.
(Brano tratto dal libro "Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo" di Sant'Alfonso Maria de Liguori, casa editrice "Fede & Cultura", 2008).
martedì 1 aprile 2025
Messa per i sostenitori del blog
Ringrazio di cuore il celebrante per tutto il bene che sta facendo a me e ai sostenitori del blog (lui stesso è uno dei principali sostenitori).
Canale Telegram "Cordialiter"
informo i nuovi lettori del blog che nel giugno del 2022 ho aperto un canale su Telegram. Per trovarlo e iscrivervi vi basta aprire l'app sul vostro smartphon, poi premere sul simbolo della lente d'ingrandimento in alto a destra e scrivere "Cordialiter" sulla barra delle ricerche. Una volta entrati nel canale, se ci si vuole iscrivere per ricevere gli aggiornamenti bisogna premere sul tasto "Unisciti" in basso.
Sursum corda!
La Madonna desidera che salviamo le nostre anime
A Maria sta molto a cuore che noi salviamo l'anima nostra tanto preziosa. Un giovane parigino di buona famiglia aveva come tanti altri perduto il tempo più bello della sua vita fra piaceri ed eccessi di ogni genere. Abbandonato dai genitori, che abbeverava di amarezze, e privato ben tosto di tutte le risorse, ebbe come una grazia la sorte di essere ammesso qual professore in un collegio. Ei per altro non aveva fatto senno, e per la sua scandalosa condotta fu ben presto cacciato da quel luogo. Da quel giorno il suo libertinaggio non ebbe più limiti, finché, tristo, abbattuto, disperato, risolvé di annegarsi. Giunto sulla sponda della Senna, lo sciagurato si disponeva a compiere il suo disegno, quando sentì alcune voci gridare: Guarda! Guarda! erano le voci di alcuni marinai intenti ad accomodare le loro funi. Accortosi di non esser solo, risalì la sponda, desideroso di rinvenire una parte più solitaria. E la trovò. Ma in quel punto pensa fra sé: Fra un quarto d'ora il mio corpo sarà cadavere, ma l'anima mia, l'anima mia sì preziosa, dove andrà? - Si arresta bruscamente, riflette alcuni momenti, rientra nella città, s'interna in una strada che percorre in tutta la sua lunghezza e quasi senza avvedersene entra nella Chiesa, a lui ignota, di Nostra Signora delle Vittorie. Era la sera, e le lampade che ardevano innanzi la statua miracolosa della Vergine richiamarono lo sguardo dello sciagurato giovane, il quale tosto fu preso da un insolito turbamento. Vuol partire, ma una forza invincibile lo trattiene: mentre guarda da una parte e dall'altra vede a sé vicino il Curato Desgemettes: gli si accosta e ad alta voce dice: Signor Curato! E il Sacerdote a lui: Che volete, amico mio? - In fede mia, signor Curato, io ignoro perché vi ho chiamato: ma sono tanto infelice .... Il Sacerdote lo abbraccia, gli fa animo a narrargli le sue pene, e in breve lo induce a fare una santa Confessione. Una compiuta trasformazione si manifesta in quel cuore, che riconosce la grazia ricevuta dal patrocinio di Maria; e non contento di salvare l'anima sua, per salvare quella degli altri, abbraccia il Sacerdozio, si fa Missionario, e se ne va a cercare le fatiche e le glorie del martirio fra i selvaggi che abitano le isole più lontane.
Pensiero del giorno
lunedì 31 marzo 2025
L'Arcivescovo di Torino che fece soffrire Don Bosco
Don Bosco durante l'esilio terreno fece un gran bene a innumerevoli anime. Ma dovette subire tante sofferenze causategli non solo dai nemici esterni della Chiesa, bensì anche da certi ecclesiastici. Tra coloro che lo fecero soffrire più di tutti vi fu Mons. Lorenzo Gastaldi, Arcivescovo di Torino. A dirlo fu lo stesso Don Bosco, guardate cosa scrisse alla Santa Sede:
Sono ormai dieci anni, dacché il sottoscritto e la nascente Congregazione Salesiana soffrono gravi vessazioni per parte dell’Arcivescovo di Torino, Mons. Lorenzo Gastaldi, le quali, oltre agli innumerevoli disturbi che ci hanno arrecato, c’impedirono anche di occuparci della salute delle anime. Per il fatto che questo Prelato ora ci vietò di servirci delle facoltà concesseci dalla Santa Sede; ora contro le prescrizioni ecclesiastiche pretese d’ingerirsi nel regime interno e disciplinare della nostra Congregazione, come se fosse solamente un Istituto diocesano; sovente senza ragione rifiutò di ammettere i nostri Chierici alle Sacre Ordinazioni; talvolta per futili pretesti negò ai nostri Sacerdoti la facoltà di predicare e di confessare ed anche di celebrare la Messa nella sua Diocesi; talora li sospese senza colpa canonica e senza far precedere le formalità richieste dai Sacri Canoni; ci proibì di pubblicare nella sua Diocesi Brevi ottenuti dal Sommo Pontefice a favore delle nostre Opere; biasimò Istituzioni benefiche già commendate e benedette dal Santo Padre; scrisse lettere a grandi e a piccoli, e stampò e pubblicò persino libelli per infamare i Salesiani ed il loro Superiore. Tutti questi atti paiono essere stati promossi dal nemico di ogni bene, per soffocare e distruggere la nostra povera Congregazione, o metterle almeno intoppi sopra intoppi, perché non possa conseguire quel fine, per cui venne stabilita ed approvata dalla Santa Sede.
Tutte queste ed altre innumerevoli molestie noi abbiamo fin qui tollerate in silenzio. I tempi corrono difficili per la Santa Chiesa, e io non voleva recarle disturbi, provocando solennemente l’autorevole e supremo suo giudizio a nostro sostegno. (...)
Noi avremmo continuato ancora a sopportare in silenzio simili molestie e difficoltà; ma ultimamente l’Arcivescovo deferì alla Sacra Congregazione del Concilio, e pubblicò cose infamanti per il sottoscritto e per tutta la Pia Società Salesiana, invocandone provvedimenti; e perciò io mi trovo dal dovere dell’ubbidienza costretto a fare alla Santa Sede la presente Esposizione. (...)
Torino, 15 Dicembre, ottava della festa di Maria Immacolata, 1881.