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domenica 23 aprile 2017

Maristella ha trascorso la Pasqua in modo “monastico”

Ho raggruppato i passi più interessanti di alcune lettere che mi ha inviato Maristella, una delle quali l’ha scritta il giorno di Pasqua, che ha trascorso nel raccoglimento e nella preghiera.


Caro fratello in Cristo, 
                                      ti mando qualche riflessione, in questa giornata meravigliosa. Mi trovo a casa da sola in questi giorni, come sempre quando mi capita questa situazione, cerco di vivere in modo "monastico" il mio tempo. Lascio ampio spazio alla preghiera, alla meditazione e alla lettura. Questa mattina ho partecipato alla liturgia pasquale nel rito antico: mi permette di vivere più profondamente e intensamente la mia devozione (...) lo trovo più aderente al mio cammino di fede. Per me significa avere un appuntamento fisso alla domenica mattina e organizzarmi per raggiungere la chiesa, che non è vicina a casa ma neppure lontana. Oggi sono andata con il motorino: mi sono mossa per tempo in modo da poter arrivare con calma in chiesa e raccogliermi in preghiera, recitare il Santo Rosario e poi seguire la Messa.

Tornando a casa, per la strada, pensavo che davvero è un fatto sorprendente e straordinario questo Dio che si fa uomo, muore per noi e poi risorge (...). Vero Dio e vero uomo, nostro compagno e amico. Quando penso a quanto mi ha amata, a quanto mi ama e a come non potrò mai corrispondere un amore così sconfinato mi scendono le lacrime (...). Però è meraviglioso, e mi riscalda l'anima pensare a un Dio che mi ama, che mi benedice e mi accoglie: come sono, con tutti i miei problemi, errori, difetti e cadute. Dopo la Comunione, quando nel cuore posso dialogare più profondamente con Lui, piango tanto e non capisco se sia letizia o dolore: riesco solo a dire "Signore mio, ti amo, ti amo tanto". Ecco, anche adesso che scrivo, scendono le lacrime e io non capisco, proprio non capisco. Ma lascio che accada: come scrive San Paolo anch'io vivo l'esperienza di un "fuoco che mi divora le ossa".

Tempo fa non piangevo mai: era come se mi fossi congelata. Poi, dopo la conversione, arriva come un ciclone anche il "dono delle lacrime": durante il Canone e dopo la Comunione... lo accolgo e lo considero un dono speciale.
Usando il velo un poco riesco a nascondermi e cerco di fare il minor rumore possibile, per non turbare quel silenzio che si crea durante la celebrazione: offro le lacrime a Dio e alla Vergine Maria.

(…) 

Seguo sempre con molto interesse il blog: davvero mi piace molto e mi aiuta nel cammino spirituale. Riflettevo (...) sulla necessità di "combattere la buona battaglia" contro tutte le eresie. È vero: ma io devo anche ammettere che, da quando mi sono convertita, devo continuamente affrontare (sostenuta dalla Grazia divina e dalla Comunione dei Santi) anche la guerra che il Nemico mi sta scatenando contro. (…) Comprendo bene che la mia natura è fragile e che sono una povera creatura: da sola verrei immediatamente sconfitta! Così nella mente cerco subito di bloccare il flusso di pensieri, le immagini e mi metto immediatamente a pregare Dio, Maria Vergine, San Giuseppe, l'arcangelo Michele... tutti i Santi e gli Angeli. Loro mi salvano, combattono per me, mi sostengono.

Nelle inevitabili cadute chiedo perdono e ricorro regolarmente ala Sacramento della Confessione. Cerco di praticare, come suggerito dal mio confessore, un'intensa vita spirituale di preghiera, letture devote e di frequenza ai Sacramenti.

Sono consapevole di essere sempre in pericolo e merito spesso le parole di Gesù sulla vigilanza. Sono consapevole anche degli infiniti amore e giustizia di Dio: io prego tanto Lui chiedendo di non permettere che io mi allontani e chiedendo insistentemente la conversione dei peccatori e la salvezza delle anime.

(...)

Sursum corda
Habemus ad Dominum

tua sorella
Maristella


Cara sorella in Cristo, 
                               innanzitutto ti ringrazio di cuore per il tempo che dedichi a scrivere post per il blog. Sei la collaboratrice più prolifica, anche se per motivi di lavoro e di famiglia hai pochissimo tempo libero. Sono davvero contento che una donna sposata, che vive in una grande città secolarizzata, che lavora nel mondo, ecc., invece di vivere col cuore rivolto ai beni materiali, pensa principalmente ad amare Dio con tutto il cuore e sopra ogni altra cosa. In questa società materialista in cui persino molti ecclesiastici e religiosi ragionano in maniera “poco soprannaturale” (per non dire “immanentista”), è bello vedere che ci sono dei laici che invece vogliono praticare un’intensa vita spirituale. San Paolo dice che le donne sposate pensano ad amare i loro mariti, lasciando intendere che in genere pensano poco ai beni celesti, invece tu sei un'eccezione, infatti, pur amando sinceramente tuo marito e tua figlia, tuttavia ami principalmente Dio. Insomma, durante il giorno pensi più spesso a Gesù buono che ai tuoi familiari, perché hai compreso che il fine ultimo della nostra esistenza è Dio, mentre i parenti e le cose della Terra sono solo degli strumenti per la nostra santificazione.

Ti incoraggio a praticare con fervore le virtù cristiane e a vivere il cristianesimo in maniera intensa. In punto di morte mai nessuno si è pentito di aver servito fedelmente Gesù Cristo.

In Corde Matris,

Cordialiter


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